Domenico AMOROSO Coordinatore Generale

L’assemblea dei Quadri UILPA Giustizia, riunita a Salerno nei giorni 31 marzo e 1 aprile 2017 a conclusione dei due giorni caratterizzati da un confronto intenso e partecipato: assume la relazione introduttiva del Coordinatore Generale Domenico Amoroso, gli interventi e le conclusioni del Segretario Generale UILPA Nicola Turco;dopo ampia discussione sui ponti oggetto della convocazione e sulla proposta di rideterminazione e individuazione dei profili professionali del Ministero della Giustizia; nella consapevolezza che non è possibile, nell’immediato, ottenere la riqualificazione giuridica ed economica di tutto il personale giudiziario; che il personale giudiziario ha sopportato e realizzato riforme epocali a costo zero, quali la soppressione delle Preture Circondariali e le istituzione dell’Ufficio del G.d.P. , la nuova geografia giudiziaria la soppressione dei Provveditorati informatizzazione del processo civile e penale e che è l’unico, nel panorama della P.A. a non aver avuto la possibilità di progressioni in carriera; che le procedure previste dell’art.21 quater, se pure frutto di una malintesa esecuzione di sentenze che prevedevano la ricollocazione del personale interessato in III area rappresentato il primo, seppur piccolo passo, verso lo sblocco delle progressioni giuridiche ed economiche delle altre figure professionali; che è necessario prevedere la medesima procedura per le altre figure professionali ex. B3 ( contabili,informatici, linguistici, statistici ed educatori penitenziarii) per le quali, data l’esiguità del numero, le risorse economiche possono essere reperite utilizzando le somme residuali appostate per i cancellieri e gli ufficiali giudiziari che alla stato sono diminuiti i di circa 1000 unità per pensionamenti o per aver rinunciato alle procedure di riqualificazione; che è improcrastinabile il passaggio in seconda area di 270 ausiliari già previsto e finanziato dal CCNL del 2010 e programmare in un triennio il completamento del passaggio dalla I alla II area come previsto dalla proposta del Coordinamento Nazionale; che è necessaria la rideterminazione della pianta organica del DOG; che è parimenti occorre valorizzare le carriere del personale DAP, DGMC, e Archivi Notarili; che è necessario stabilizzare il personale in distacco e riavviare la prevista mobilità interna; che, è indispensabile reperire nuove risorse per procedere a progressioni economiche e giuridiche, non essendo accettabile la proposta dell’Amministrazione che le prevede una percentuale troppa esigua di lavoratori che è necessario compulsare il Ministero affinchè tutte le scuole di formazione attivino i corsi necessari alla formazione del personale interno e di quello proveniente da mobilità;

                                                                             da mandato

al Coordinamento Nazionale di attuare nei confronti dell’Amministrazione una ferma ed intransigente politica volta a realizzare quanto sopra analizzato e perché muti l’atteggiamento fortemente penalizzante nei confronti dei lavoratori della Giustizia che si vedono negati costantemente diritti riconosciuti da norme di legge e dagli Ministeri, quali trasferimenti ex. L.104/92, art. 42 bis D.Lvo 151/01, art.18 co.1 CCNQ 1998, L. 100/86 ecc…. e l’esecuzione di sentenze definitive, tanto da dovere ricorrere a “ giudizi di ottemperanza”.

I dirigenti sindacali presenti si impegnano a dare avvio a iniziative volte a diffondere e illustrare la proposta di revisione dei profili professionali del Coordinamento Nazionale Ministero della Giustizia e a rendere partecipi i lavoratori della linea politica che si stabilita nell’ambito del dibattito.

Il Coordinamento Nazionale si impegna a supportare le iniziative territoriali in tal senso, anche in previsione della prossima stagione di elezione delel RSU, partecipando ad assemblee sui territori anche allo scopo di far risvegliare l’autostima professionale dei lavoratori della Giustizia perché solo la consapevolezza della propria funzione e della dignità personale e professionale può contrastare l’atteggiamento passivo che consente, come ha consentito fino ad ora, all’Amministrazione di non tenere in alcun conto le istanze del personale.

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