Stampa

“ Il Governo non ha voglia di confrontarsi con i sindacati”

Anche la UILPA di Foggia non è voluta mancare all’appuntamento con la celebrazione della donna. La sala conferenza di Palazzo Filiasi, sede dell’Archivio di Stato, è stato teatro del dibattito dal tema “Storie di donne nella città di Foggia”. Ad introdurre i lavori Gino IACOVINO, Segretario Generale Territoriale della UILPA, che ha fornito una ricostruzione storica del percorso fatto dalla donna dal 1922 ad oggi,passando per la prima legge sulle pari opportunità,datata’77. Tuttavia la festa dell’otto marzo ha rappresentato lo spunto per una polemica di stampo sindacale sulla condizione dei lavoratori pubblici,che aspettano da quasi sette anni il rinnovo del contratto di lavoro. Sullo stesso solco si è mosso Edoardo FILIPPONE, Referente della Comunicazione UILPA. “L’importanza del rinnovamento del nostro contratto di lavoro è un corollario della questione femminile. Il Governo,ultimamente è sordo alle nostre proposte. Autoritario e cieco, l’attuale esecutivo non ha voglia di confrontarsi con i sindacati. Ritengo ci sia una strumentalizzazione dei pubblici dipendenti. Guarda caso,gli attacchi ai presunti fannulloni sono sempre contestuali al rinnovo del contratto.” Il sindacato in questione si è già costituito parte civile nella faccenda riguardante la presunta negligenza lavorativa  dei pubblici dipendenti. “Se non riceveremo la convocazione da parte del Governo, il prossimo 26 aprile ci sarà uno sciopero generale”.

In buona sostanza la UILPA chiede un incremento contrattuale di almeno 200,00 euro, ed una Pubblica Amministrazione che sia più efficiente e produttiva,oltre naturalmente un miglioramento del sistema di welfare. Al termine della protesta da parte dei due relatori,il clima si è rilassato con la ricostruzione storica e meticolosa di Giacoma DESIMIO, Responsabile del Coordinamento Donne UILPA.

Con dovizia di particolari,la Desimio ha presentato un pamplet dal titolo “La Vergine Rapita”,in cui sono stati analizzati tutti i processi criminali per reati contro le donne,nella realtà di Foggia e provincia dal 1600 ad oggi. “Questo è una certosina opera di ricostruzione,realizzata grazie ad un affiatato gruppo di lavoro. Siamo riuscite ad analizzare la documentazione in possesso del nostro Archivio di Stato”. Nel corso dei secoli la donna è stata sempre considerata l’essere debole,il bersaglio di soprusi. Sin dal XV secolo si registrano atti ignobili compiuti ai danni di chi è più debole “è come se il tempo si fosse fermato la condizione della donna è rimasta sempre la stessa” si rammarica l’autrice “il desiderio di sopraffazione da parte dell’uomo è identico ad oggi. La donna è stata considerata da tempo immemorabile, come un oggetto,il simbolo del possesso da parte di un egemonia maschile che non vuole lasciare la propria posizione di comando. Di chi è la colpa? Purtroppo ci penso e ci ripenso ma credo che, più che individuare un colpevole,bisognerebbe puntare il dito contro le carenze culturali”.

Soltanto curando la crescita delle giovani generazioni,nel rispetto del prossimo e nella salvaguardia dei deboli sarà possibile arrivare ad una parità di fatto. Forse manca ancora un po’ di cammino prima di poter mettere la parola fine al fenomeno degli abusi e della violenza,”devo riconoscere che in passato era lodevole la crudezza e la certezza della pena. Chi sbagliava veniva punito, severamente. Non c’era tutto il sistema di garanzie che esiste oggi. Per carità un sistema garantista sta alla base della democrazia,ma bisogna pensare anche al riscatto della vittima”.

Il pensiero è andato agli ultimi avvenimenti di cronaca nazionale,episodi che fanno rabbrividire,che ci pongono di fronte il problema delle giovani generazioni. Di quanto sia difficile dare loro l’opportunità di maturare,forse i figli non sanno più crescere,forse manca loro lo stimolo a diventare adulti,”sono agghiacciata quando ascolto che sempre più giovani riescono ad emozionarsi attraverso la violenza,il dolore. Come possiamo parlare di parità di genere se gli adulti di domani hanno perso la bussola dei sentimenti?”.

Fonte l’Attacco (mercoledì 9 marzo 2016)